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mercoledì 27 luglio 2011

La cultura è un bene comune - intervento del 1 Marzo 2011

Estratto da un articolo pubblicato su Andrialive il 1 Marzo 2011:

"Nella città di Andria l'emigrazione dei giovani talenti è una delle piaghe incombenti che occorre affrontare se si vuole dare una prospettiva di crescita e un futuro alla città.
Occorre interrogarsi tentando, con coraggio, di lasciarsi alle spalle manipolazioni facili e populiste per raggiungere la radice del problema.
Perché i giovani andriesi vanno via ?
Il problema analizzato nella sua interezza, conserva due prospettive differenti che vanno analizzate.
Esiste difatti una parte di giovani che ha talento, che si impegna e che desidererebbe maturare competenze per poter poi ritornare nella propria città per portare innovazione ma magari non ha le possibilità economiche per partire. E' questa è una prima piaga
Poi c'è un'altra parte di giovani. Quella che comprende tutti quei ragazzi che riescono ad andare via, con sacrifici propri e delle famiglie e che magari non tornano più ad Andria. Sono giovani altamente specializzati con lauree, master, esperienze di lavoro in Europa e in tutto il mondo. E cosa viene consegnato a loro?
Li abbiamo incontrati alcuni di questi giovani andriesi, magari emigrati a Londra e poi a Bruxelles. Ho parlato con loro e mi sono chiesto perché la mia città, quella in cui sono nato doveva essere condannata al più grande impoverimento di capitale che ci sia: il capitale umano.
Allora chiedo: guardiamolo in faccia questo problema reale che è sintomo del più grande impoverimento per la città. I giovani talenti sono il futuro su cui la città di Andria dovrebbe investire. Sono loro la vera ricchezza e invece questo non avviene. E i giovani continuano a sognare di andare via.
Non perché partire sia un demerito. Se partire è sinonimo di viaggiare per apprendere e tornare nella propria terra per conferire esperienze e competenze allora il viaggio ha un senso. Diventa una lente d'ingrandimento per guardare meglio il mondo. Per imparare. Per sconfiggere il provincialismo. Ma se la partenza diventa l'unica possibilità per costruire il proprio futuro, allora siamo difronte ad un ricatto.
Ai noi giovani si affida sempre più un destino precario o peggio, un biglietto di sola andata.
Vorrei chiederlo. Domandare a tutti coloro che nelle file di questo centro-destra, hanno figli laureati nelle Università fuori dalla nostra Puglia, cosa pensano di questa piaga che impoverisce la nostra città.
Perché i giovani vanno via da Andria? Perché a tutti coloro che sono meritevoli e che potrebbero partire, crescere professionalmente e ritornare in città per portare innovazione e sviluppo non viene data alcuna possibilità a livello cittadino?

I giovani come me vanno via perché oltre al destino precario a loro è consegnata un realtà governata da un nepotismo medioevale fondato sulla poca trasparenza e un'assoluta mancanza di accessibilità. Vanno fissate bene queste parole. Le parole sono importanti diceva Nanni Moretti.
In questo quadro il tema della cultura è centrale. La cultura libera le menti, permette lo sviluppo della criticità e del pensiero trasversale.
La cultura è il primo bacino su cui dovremmo investire se vogliamo programmare un futuro per la città Andria. Perché la civiltà si costruisce parallelamente con la crescita culturale di una popolo.
La cultura, proprio ad Andria e proprio per i giovani, è troppo spesso (per fortuna non sempre..) un ambiente racchiuso e soffocato nelle dinamiche citate poc'anzi.
Proprio la cultura. E' questo il dramma. Il settore culturale dovrebbe essere il simbolo della propensione al futuro di una comunità. Dovrebbe essere il gene che costruisce una città migliore. Dovrebbe rappresentare la possibilità di ridistribuire accessibilità, opportunità, conoscenza, saperi e diritti. E invece no. La cultura ad Andria diventa mero intrattenimento. Ovviamente in questo quadro si posizionano dovute e importanti eccezioni. Ma non basta. Bisogna insistere.
I continui finanziamenti a pioggia emanati senza un piano logistico di erogazione dei fondi sono solo una parte di questo problema.
Non esiste uno schema o regolamento pubblico che possa essere assunto a modello per la selezione dei progetti in cui investire i fondi del settore Cultura. Non vi sono linee guida.
Non vi è, ad esempio, un comitato scientifico costituito attraverso bando pubblico trasparente e costruito attorno ad esperti di rinomata fama presenti nella città di Andria, che selezioni i progetti attraverso regole che siano chiare a tutti i cittadini e oggettive. Non esistono griglie di valutazione.
Se un ragazzo volesse provare a collaborare o a proporsi per maturare esperienza non potrebbe farlo a meno che non sia accompagnato da qualcuno che conosca l'ambiente. E se non conosci nessuno sei tagliato fuori. Non hai speranze se non fai parte della cerchia di "chi conta".
Insomma, una modernità medioevale. Ecco cosa si prospetta davanti a noi.
La situazione è ancor peggiore per tutti quei progetti che richiedono ingenti investimenti da parte del Comune che non bandisce alcun affidamento per l'organizzazione, la gestione e l'erogazione di servizi da parte di privati.
La cultura che è il simbolo della democrazia viene reclusa e sequestrata in logiche di palazzo. Diventa proprietà privata e non più un bene comune. Sono logiche che non tengono mai conto di chi lontano, di chi non è conosciuto, di chi è debole, di chi è ultimo e magari sogna un futuro migliore, di chi si impegna e fatica.
E allora, mi chiedo, qual è il ruolo della politica in questo quadro? Qual è il compito, ad esempio, del centro sinistra se non rilanciare temi come questo?
Il centro destra andriese deve rispondere a queste domande. Perché i valori della famiglia che paventano e difendono si fondano su questo. Le famiglie non sono manifesti o quadri da esporre sulle proprie scrivanie durante le campagne elettorali. Le famiglie sono qualcosa di fragile con cui bisogna rapportarsi onestamente. Senza ipocrisie e falsi moralismi.
Una famiglia che si è sacrificata duramente per permettere a suo figlio o a sua figlia di studiare, non ha il diritto di vedere riconosciuto questo sacrificio senza dover immaginare che suo figlio o sua figlia torni a fare l'emigrante come accadeva decenni fa? E quando magari queste famiglie appartengono ai ceti dimenticati, abbandonati, lasciati soli, relegati al silenzio e alla dimenticanza la politica che ruolo ha in rapporto a tutto questo?
Che senso ha la politica se non siamo capaci di accendere la luce su questi angoli bui, se non denunciamo che stanno privatizzando i beni comuni fondamentali. La cultura e il futuro sono fra questi. E chi ne paga il prezzo e continuerà a pagarlo in futuro sono le giovani generazioni. La mia e quelle a seguire.
Se una ragazza fra mille difficoltà riesce a laurearsi ma le verrà consegnato solo un futuro di incertezza, di precarietà e di nepotismo, vorrei che mi si spiegasse dove finiscono i valori della famiglia?
E noi, gente del centro sinistra andriese, abbiamo il dovere di rilanciare una prospettiva su queste tematiche. Abbiamo bisogno di ritornare a parlare di questo ad Andria.
Dobbiamo ripubblicizzare tutto ciò che, una distorta idea della politica, sta privatizzando. Così costruiamo una valida alternativa.
Dobbiamo immaginare che il vero motore e la vera ricchezza della nostra città siano proprio tutti i giovani. Il capitale umano è quanto di più prezioso ci sia. E' su questo che dobbiamo investire.
Non abbiamo bisogno di nessuna "carta" per i giovani. Abbiamo bisogno di opportunità nella città di Andria. Opportunità per tutti.

Da dove iniziamo?
Dalla democrazia. La democrazia passa per l'accessibilità cioè il diritto di tutti di avere delle chance, anche se non sei amico di nessuno. Anche se non hai la spintarella. Un'accessibilità basata su criteri di trasparenza e meritocrazia.
Iniziamo proprio dalla cultura e dalle giovani generazioni.
Iniziamo a parlare di questo come ha fatto il Consigliere Comunale di Sinistra Ecologia e Libertà, Ninni Inchingolo nel suo intervento in Consiglio Comunale.
Iniziamo così a dare voce a tutti coloro che vorrebbero prendere parola. Perché c'è un'Andria migliore di questo centro destra arcaico."

Vito Ballarino

http://andrialive.it/news/Politica/17758/news.aspx#main=articolo

lunedì 25 luglio 2011

La piccola città

Nella piccola città di quel frammento di Sud  c'era l'aria e la terra, i campi e il sole.
C'erano le chianche di pietra fresche e i calli delle mani consumate lungo gli uliveti.
C'era il grano giallo e la terra rossa.
C'era il sapore fresco dell'acqua delle fontane.
C'era il sorriso degli anziani seduti sulle piccole sedie scure fra i vicoli di quel centro che sembrava essere il labirinto del Minotauro.
Quello che solo il mito greco ha saputo raccontare.
C'era il sapore. Ecco: c'era il sapore della vita.
I tamburi suonavano e i fuochi volteggiavano nella notte al ritmo dei profumi d'Oriente che coloravano le stelle attorno al castello.

Un giorno, vennero i giganti lupi. I lupi avevano ruspe e camion e portavano i loro grigi mantelli come giacche con lunghe cravatte che erano, in verità, le loro lingue.
I lupi erano pochi e capirono subito di non poter sconfiggere tutti quegli umani.
Allora cosa bisognava fare?
Bisognava convincere i piccoli umani che diventare lupi era necessario. Bisognava illuderli che se fossero diventati lupi sarebbero diventati immortali.

Ma per diventare lupi bisognava occultare il sole, perchè i lupi vivono solo di notte.

Così i lupi portarono oro, collane e gemme ai popolani. Erano estratte da quelle montagne che per millenni erano rimaste lì indisturbate, accanto alla piccola città dei piccoli popolani.
Adesso fumi si sollevavano da quei monti che erano scavati da profonde grotte. Venivano forate e consumate dai grigi lupi.

I lupi avevano sempre temuto gli alti monti, gli alti alberi d'ulivo poichè temevano il fruscio del vento che a loro sembrava il respiro di Dio per scacciarli.
Così distrussero anche gli alberi.

I piccoli umani, vedendosi indifesi e intimoriti dai giganti lupi, accettarono. Bevvero con loro e danzarono insieme.
Per mille anni i lupi furono padroni della terra, dei granai e di tutto ciò che apparteneva ai piccoli uomini.

(Continua...)

Vito Ballarino

domenica 24 luglio 2011

Prendi il ragazzo...

Prendi il ragazzo che fa il pusher ad Andria. Se lo lasci solo senza intervenire costerà fra gli 800 e i 1000 euro giornalieri all'ente pubblico per tenerlo in un carcere.  Poi probabilmente verrà rilasciato e tornerà a delinquere. Io preferirei che investissimo 100 euro al giorno per dargli un' occasione. Per fargli capire che può avere del talento e che non è destinato alla solitudine. Per dirgli che non è solo. Per fargli sapere che qualcuno crede in lui. 
Questo significa investire su questa città. Questo è il senso della politica per me. 
Provare ad accendere la luce su quelli che sono gli angoli bui della nostra città. Su quelli che sono luoghi bellissimi abbandonati però alla completa solitudine.

Vito Ballarino

sabato 23 luglio 2011

Andria 2011: il programma culturale estivo della città di Andria

La bassezza del programma culturale offerto da questa amministrazione per la città di Andria denota l'idea di cultura che hanno: ci vogliono tutti come modelli e veline e non come cittadini pensanti. Scambiano la parola cultura con la parola intrattenimento e ci propongono Marco Carta mentre a Barletta in programma ci sono alcuni dei festival più importanti della Puglia, a Trani il Maestro Ludovico Einaudi, a Bisceglie Franco Battiato e a Molfetta Vinicio Capossela. Questa è una violenza sociale e un abuso verso la nostra città.

Certo, nel programma sono inserite progettualità importanti che però sono riuscite a crescere nel tempo nel tessuto cittadino e che quindi sono già presenti da anni e non inserite da chi, invece professava cambiamenti epocali prima e dopo le elezioni. 

Io credo, invece, si possa organizzare attorno alla cultra un comparto produttivo che oltre a creare indotto economico, occupazione per tanti giovani talenti e turismo permetterebbe di accrescere senso civico, partecipazione e civiltà.
E' questo il vero potere della cultura che non deve essere scambiata e confusa con l'intrattenimento.
Qualcuno dirà che è impossibile: io invece dico che si può fare.
L'abbiamo imparato dalla Roma di Fellini o dalla Bologna del teatro e degli spazi pubblici messi a disposizione della cittadinanza, dei giovani, degli artisti emergenti e dei grandi artisti in modo da creare anche apprendimento e formazione.
E' questo il ruolo della politica. Non accontentare ma dare una direzione. Tracciare un cammino di sviluppo.

La cultura può produrre mestieri buoni e civiltà.

Vito Ballarino 
"Un popolo senza teatro è un popolo morto" (G.Lorca)



venerdì 22 luglio 2011

L'aumento della TARSU e la mancanza di indirizzo politico

Non è molto difficile immaginare che certe scelte, applicate dalla classe politica in un periodo di grande difficoltà per i cittadini, possano portare all'esasperazone e all'inasprimento di alcuni comportamenti. Dovremmo saperlo tutti. Non certamente per giustificare l'esagerazione di atti violenti che purtroppo rischiano di rendere le giuste e condivisibili motivazioni che muovono le proteste errate nel modo. E così poi offriamo la possibilità a chi di mestiere fa l'incantatore di serpenti, di strumentalizzare, attaccare, demonizzare.
Esiste però uno sguardo che deve andare ben oltre tutto ciò. Non ignorando ma cercando di comprendere fino in fondo.
Siamo in Puglia. Precisamente nella neonata provincia di Barletta-Andria-Trani. Siamo nella città di Andria.
La città governata dal centro-destra uscito vittorioso alle ultime elezioni. Il centro-destra dallo sfondo celeste dei migliori anni di Forza Italia. Certo, non è lo stesso celeste ma la connessione è quella. Il centro-destra del: CAMBIARE.CAMBIA.CAMBIAMO: UNO NON VALE L'ALTRO. 
Lo ricordiamo tutti, no?
Un centro-destra berlusconista dove le poche anime "diverse" che probabilmente avevano percepito l'imminente tracollo dell'ideologia tutta berlusconiana, stentano a trovare spazio.
Un centro-destra che governa alla maniera tutta Tremontiana e che crede di poter sanare le problematiche di una città che conta più di 100.000 abitanti, applicando tagli su tagli.
E mai sia tagliare gli sprechi.
Allora sorge una domanda: dove si taglia e perchè?
Chiunque provasse a leggere l'attuale bilancio da poco approvato si troverebbe difronte ad un documento in cui è evidenta la totale mancanza di indirizzo politico.
E' così.
Gli investimenti riguardano la logica delle "grandi opere". Che poi siano utili o no, questo non occorre domandarselo. La strategia è: COSTRUIRE. COSTRUISCI.COSTRUIAMO.
E poi? Buio totale.

Emerge solo e soltanto l'aumento della TARSU del 42%, un costo scaricato tutto sui cittadini. E se qualcuno non paga? L'attuale amministrazione affida tutto ad EQUITALIA che può avvalersi della possibilità di pignorare beni per la mancata riscossione della tassa.

Secondo voi chi avrà maggiori difficoltà nel sostenere questo aumento in un periodo di crisi?
Disoccupati, lavoratori precari, famiglie con disagi economici e sociali.
Insomma, una ghigliottina per i ceti in difficoltà.

Qualcuno obbietterà: -"E gli altri comuni? Anche loro hanno aumentato la TARSU."
Le percentuali nella Provincia BAT sono queste: Andria +42%, Barletta +5%, Trani tariffa invariata

Insomma, la cecità di questo centro-destra è preoccupante sopratutto in questo periodo di forte crisi.
La polemica con il passato e con ciò che veniva "fatto prima" è sempre aperta. Ma ai cittadini poco interessa.
Loro hanno il diritto di poter vivere in un Comune che si occupi del presente e del futuro, programmando attività di investimento e comparti produttivi su cui investire per creare una ripartenza.


Ieri sotto il Palazzo di Città, alcuni manifestanti hanno urlato il proprio dissenso nei confronti del Sindaco e di queste scelte.
C'è un vento che corre. Corre e attraversa la città di Andria. Un vento che si gonfia.
Avevo dichiarato questo ieri dopo aver lasciato il sit-in che dal pomeriggio si protraeva fino alla sera sotto la sede comunale:

"I tumulti sotto il Comune di Andria sono il segno del disagio sociale e umano che di sfoga con tutta la forza possibile. Il dato politico è netto: lo spropositato aumento della TARSU è un atto di mattanza verso le classi sociali più deboli."
Confermo questa mia opinione preoccupato per ciò che accadrà in merito a questa situazione.

Mi pare assai interessante riportare qui l'opinione di Rossella Miracapillo del Movimento Consumatori:



Come Movimento Consumatori avevamo già lanciato l’allarme sulla non opportunità di forzare la tassa con l’aumento del 40% (che poi si è scoperto essere invece del 42%) prima che venisse approvato il bilancio , con un monito, che questa amministrazione ha voluto tacciare come atto di partigianeria e demagogia.
Per essere obiettivi e comprendere meglio il fenomeno di cui in città si discute da tempo, abbiamo svolto una indagine nelle città vicine Trani, che secondo un recentissimo sondaggio viene percepita come la città più pulita dei tre capoluoghi delle nostra provincia paga come Tarsu nel 2011 1,66 euro al mq, riconfermando il dato del 2010 senza aumenti. Barletta ha aumentato nel 2011 del 5% la tariffa del 2010 passando così da Euro 1,96 a mq a 2,058. Città in cui si sta ancora discutendo di un aumento consistente è Foggia che vorrebbe aumentare la Tarsu del 30-35% passando da 2,20 e a 2,85 euro a mq (valore massimo ma ancora in fase di negoziazione) In ogni caso l’aumento verrebbe applicato a partire dal 2012. Andria, invece ha scelto di portare la Tarsu da 1,60 del 2010 a 2,37 euro a mq con un incremento del 42% e a decorrenza immediata passando dalla tariffa più bassa a una delle più alte nel 2011.
Ma allora, come è possibile il peggioramento del servizio a fronte di un costo maggiore?. Infatti analizzando il servizio di raccolta dei rifiuti nel 2009  è costato diecimilioni novecento cinquanta euro a fronte di una introito con la tarsu di seimilioni e seicentomila euro. Nel 2011 si prevede un pagamento del servizio di raccolta, di undici milioni e novecentomila euro a fronte di un recupero con la tarsu ( aumentata a 2,37 a mq) di 10 milioni di euro. Stesso fornitore, costo maggiore, servizio decisamente peggiorato: cumuli di rifiuti specialmente nelle periferie, sensazione di svuotamento dei cassonetti a scacchiera nei vari quartieri, punti di raccolta costantemente sporchi.
Ancora più inquietante è pensare cosa aspetta gli andriesi nel 2012 e nel 2013: un nuovo appalto più oneroso e più efficienti, con la scelta di questa amministrazione secondo cui la Tarsu deve coprire il 100% del servizio appaltato , la tarsu lieviterà ancora più pesantemente fino a circa 3,44 euro al metro quadro. Perciò, nell’arco di tre anni, a prescindere dal numero di occupanti, un appartamento di 100 metri quadri ( garage, scantinati e ripostigli compresi) passerà da 167,00 euro + 23,38 euro di addizionali comunali e provinciali, a pagare nel 2013 344,00 euro + 48,16 euro di addizionali)”.
La città di Melpignano, città virtuosa pugliese del porta a porta, oggi paga 1,27 euro a metro quadro, mentre Salerno, città virtuosa del porta a porta nella devastata Campania, paga 2,37 euro al metro quadro più una quota fissa di 87,00 euro. Dunque in quest’ultimo caso un appartamento di 100 metri quadri costa 324,00 nel nostro costerebbe almeno 344,00. L’amministrazione continua a trincerarsi dietro la tesi che sarebbe un obbligo di legge per cui la Tarsu debba coprire il 100% dei costi di smaltimento rifiuti. La norma a cui si riferiscono, però è quella in cui il Comune avesse optato per la Tia. Il regime Tarsu lascia spazi alla discrezionalità della percentuale di copertura che non deve essere però inferiore al 70% del costo di gestione”.

(fonte: http://www.domaniandriese.it/wordpress/2011/07/tariffa-tarsu-dalla-piu-bassa-alla-piu-alta/)

Ancora una volta il segnale è chiaro: questo modello politico ed economico non funziona più.
C'è la stanchezza e la rabbia di chi non c'è la fa più. C'è una volontà politica cieca di questo centrodestra di scaricare sulle classi sociali più deboli oneri e costi. Non c'è indirizzo politico in quel bilancio che tuteli chi è colpito da questa crisi che appartiene alla modello decantato e condiviso da questo centrodestra. Così si scatena il dissenso e la rabbia che non è mai giustificabile se sfocia in violenza da nessuna delle parti. Ma questo è un segnale: che la politica esca dal palazzo e decida fra la gente.

Vito Ballarino 

 

Parole su un muro

Ci pensavo e ci ripensavo. Da tempo ormai ci riflettevo combattuto fra dubbi, timori, spinte passionali e la paura di non riuscirci. Poi ieri qualcosa mi ha convinto.
Ho rimesso insieme alcuni pezzi del cammino che da qualche anno provo a portare avanti, a propormi e a proporre. Ho sopratutto ripercorso i piccoli passi di tutti coloro che con me da qualche tempo hanno condiviso un desiderio di rinnovamento. Ognuno con la propria storia, con il proprio passato, con la propria identità ma con la volontà di analizzare il presente per costruire un futuro insieme e, si spera, migliore.
Volevo provare a dare una successione alle idee, ai pensieri, alle proposte abbozzate, ai sorrisi e agli sguardi. 
Così mi sono detto: -"Provo ad aprire un blog."-.

Perchè un blog?

Un Blog su internet perchè credo con convinzione nel potere della rete come fonte di democratizzazione del sapere, di scambio di contenuti. Di arricchimento. Certo, con i limiti e le difficoltà che ogni cosa ha, come non negarlo.
Daltronde, quando Gutenberg inventò la stampa, gli rimproverarono di aver distrutto quel "contatto personale che sopravviveva nella possibilità di scambiarsi saperi ed esperienze attraverso il racconto orale". Si. Gli dissero questo ignorando quanto, la stampa, stava rendendo il sapere patrimonio di tutti. Una vera rivoluzione culturale e sociale criticata da chi guarda il futuro e il "parzialmente-conosciuto" con occhio sempre sospetto.

Un Blog perchè credo nella forza e nella potenza delle parole. Parole che qui possono essere conservate, archiviate ma anche condivise, diffuse, criticate, completate, arricchite, modificate.
Perchè credo che le parole arricchiscano il pensiero e solo attraverso il pensiero e quindi l'analisi critica, si possa sviluppare l'agire. Agire senza analizzare, pensare, riflettere non appartiene a ciò che sono e a ciò che vorrei diventare. Non appartiene al modello culturale che mi è stato trasmesso e che vorrei accrescere.


Come diceva Nanni Moretti: "Ma come parla? Le parole sono importanti." (N.Moretti-Palombella Rossa)

Un Blog perchè, se ci pensi, troppo spesso preferiamo ricevere notizie accantonando la nostra capacità di raccontare e analizzare.



Un Blog perchè non pretendo di essere importante, ne' un rappresentante, ne' detentore di realtà o precisione; non pretendo di essere forte ne' di contare molto.
Pretendo, però, di essere una voce. Solo una voce.


Perchè "ParoleSuUnMuro"?
C'ho pensato. Non avevo in mente alcun titolo.
Poi, ecco: l'immagine dei bellissimi disegni colorati sulle pareti delle umili costruzioni nelle terre del Chiapas mi hanno fatto pensare.
Fra quei disegni, quelle frasi assumono qualcosa di più di semplici parole. Diventano cariche di una simbologia che rompe ogni confine, ogni schermo. Che supera le fotografie e anche la distanza chilometrica che ci separa da loro.
Ho sentito quelle parole un po' mie e vorrei che fossero un po' anche vostre.
E che questo muro diventasse anche il vostro, per scrivere insieme parole nuove.

Vito Ballarino