Post più popolari

martedì 29 novembre 2011

Un'altra ferita

E' successo ancora. Ancora una volta. Ancora una notizia come questa appare sui nostri giornali eppure tutto sembra così immobile. Muto.
Mi preoccupano in parte i silenti amministratori che ora governano la nostra città. Loro di solito liquidano le cose con una bella frase ad effetto in una conferenza stampa. Oppure scrivono un comunicato stampa, o lo fanno scrivere. Quelli che abbiamo letto così tante volte imbastiti della peggiore retorica. Un immobilismo che si qualifica attorno all'idea che basta montare telecamere ovunque per stare tranquilli nella nostra città. Una specie di Grande Fratello prodotto Mediaset ma senza spettatori a casa e protagonisti in tv: siamo tutti protagonisti e spettatori. "Il grande occhio, così, potrà sorvegliarvi tutti" - dicono loro e intendono realmente farlo. Lo pensano. Pensano che una città di "controllati" sia più sicura. Io rettificherei: in una città di controllati LORO sono più sicuri. Sono più sicuri perchè nella loro mente si coltiva inestirpabile l'idea che le soluzioni ai problemi si trovano rapidamente. Ci vuole l'azione e stop. Senza mai andare a fondo.
Loro, gli amministratori del' "azione e del cambiare, cambia, cambiamo" pensano realmente che tutto si risolva in realtà con poco. Con il pugno di forza. Come un colpo che esplode rapidamente ed è capace di abbattere il "nemico". E' così. Lo so io e lo sapete voi tutti.
Ma qual'è il nemico? Domanda complessa. Di solito ci riflettono su un po' e poi parte anche qui la retorica da "eroi del West": il nemico è il malaffare, la malavita, i violenti, ecc.
Ogni tanto, anzi molto spesso, anche noi del centro sinistra ci facciamo risucchiare in questa logica: servono i fatti. Solo i fatti.
No, dico io. Serve un'analisi profonda prima su cui fondare i fatti. Se non siamo capaci di andare a fondo nelle cose difficilmente troveremo risoluzioni durevoli.
E' venuto il momento di guardare al futuro della nostra città. Non è possibile più accontentarsi.
La violenza trova terreno fertile dove vige e vince l'ignoranza. Non parlo della gara "a chi più sa".
Dobbiamo iniziare a capire che esiste una profonda differenza fra il "sapere le cose" e "l'averle capite potendole applicare correttamente".
Se non vorremo più leggere notizie come quella che oggi leggiamo su un nostro giornale online (http://www.andrialive.it/news/Cronaca/167244/news.aspx#main=articolo), se desideriamo realmente fare qualcosa di utile per la nostra città e la nostra comunità dobbiamo innanzitutto pensare al futuro e capire che ad Andria esiste una reale emergenza culturale che attraversa il senso civico di ogni cittadino e cittadina. Quello di tutti noi.

La violenza è generata dall'ignoranza, dalla solitudine e dall'ingiustizia sociale.
Allora, è chiaro a tutti noi, che le risposte non possono essere "militari e telecamere".
Occorre provare a costruire un'altra idea di città fondata sulla cultura della cultura, lasciatemi passare il gioco di parola.

In una società ormai affogata nell'individualismo violento, nell'idea di eterna competizione, nell'idea di bellezza espressa solo come apparenza e mai essenza, nell'avere e nel denaro, noi dobbiamo provare insieme a mettere in campo un'altra idea di società e di comunità.
Alcuni chiederanno: quale?
Bisogna costruirla insieme, altrimenti che comunità saremmo?

Vito Ballarino

sabato 26 novembre 2011

Il Laboratorio Urbano di Andria: uno spazio per noi giovani

Sono tornato da Barletta dove si è svolto un bellissimo incontro all'interno del GOS, Giovani Open Space, Laboratorio Urbano riqualificato grazie ai finanziamenti della Regione Puglia. Anche ad Andria sono stati destinati fondi dalla Regione per riqualificare l'Officina San Domenico nel centro storico. Diventerebbe uno spazio di aggregazione giovanile per la produzione di cultura e bellezza dando vita a filiere produttive come ad esempio quella musicale. Non sappiamo, però, quando questa amministrazione consegnerà il cantiere terminato e sopratutto come costruirà il bando d'affidamento. Mi piacerebbe che si desse spazio ai più giovani che potrebbero misurarsi per la prima volta con la possibilità di operare all'interno di uno spazio come questo. Non vorrei che ci sia una ri-cottura delle solite persone, delle solite sigle, dei soliti potentati. L'Assessore Flavio Civita deve garantircelo ufficialmente. C'è bisogno di mettere in campo forze nuove in questa città per uscire dalla crisi.


Vito Ballarino

mercoledì 23 novembre 2011

L'ecologia a giorni alterni

Ciò che sta accadendo in Italia ci pone davanti ad una grande questione. L'ecologia non può significare occuparsi solo di qualche piantina nelle nostre città. L'ecologia è legata al nostro modo di intendere il futuro. E' legata al bisogno di comprendere che non possiamo più costruire ovunque, riempiendo la nostra terra di cemento. Non possiamo più lasciare che le nostre città siano attraversate da flussi infiniti di automobile e traffico. Dobbiamo decidere cosa intendiamo fare: provare a cambiare il nostro stile di vita per avere cura del creato o prepararci alle peggiori tragedie e poi piangerne le vittime? Lo chiedo, ad esempio al Sindaco e agli Assessori della maggioranza nella mia città.


Vito Ballarino

lunedì 21 novembre 2011

Monti e lo spread

Sento i tanti che hanno appoggiato e magari ancora appoggiano il nostro ex Presidente del Consiglio Mr.B., ripetere la litania della congiura utilizzando l'impennata dello spread come prova tangibile del fatto che la crisi non dipendeva da lui. Bisognerebbe far presente a costoro che lo spread continua a salire perchè in Europa si è sfasciato un vincolo di sangue che era stato il presupposto attorno al quale si era immaginata l'esistenza dell'Europa stessa: non il potere sovra nazionale della finanza bensì una grande storia europea che doveva essere capace di individuare diritti inderogabili da difendere ovunque e senza confini. Parlo della difesa dei beni comuni, del lavoro, dei diritti, ecc. Invece è proprio la classe politica a cui appartiene il nostro ex Presidente del Consiglio che ha sgretolato questo grande racconto soppiantandolo con quello della finanza creativa e del falso ottimismo. Ora non venite a lavarvi le mani nell'acquasantiera perché è evidente che non basta la risposta nazionale. Occorre un grande movimento europeo che rimetta al centro quei valori che sono stati strappati via.


Vito Ballarino

lunedì 14 novembre 2011

SEL, TILT, FABBRICHE, RACCONTI: l'obbiettivo è la cultura del cambiamento

C'è un evidente dubbio da sciogliere in tutto il centro sinistra e anche nel nostro partito. E' un dubbio che ci fa riflettere sulla nostra visione culturale prima che politica. E' ovvio che i partiti sono ancora la forma di accesso diretta alla rappresentanza del paese come è indicato nella nostra Costituzione e questo è un punto. Quindi non possiamo muovere guerre pregiudiziali alle strutture mainterrogare queste sui contenuti e sulla forma d'azione. Dopodichè, il cantiere dell'alternativa non può essere di questo o quel partito del centro sinistra. E' un progetto in cui tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo organizzandoci in spazi comuni per avviare una rivoluzione culturale in Italia e nelle nostre comunità. A chi chiede di SEL e trova contrasti con TILT e poi teme la posizione delle Fabbriche e poi lamenta la mancanza di simboli ai Racconti mi piacerebbe dire che il cantiere dell'alternativa ha bisogno di tutte queste forme di partecipazione, nessuna esclusa per costruire la cultura del cambiamento. Non è difendendo il piccolo orticello che ricostruiremo la speranza. Perciò: apriamoci.


Vito Ballarino