E' successo ancora. Ancora una volta. Ancora una notizia come questa appare sui nostri giornali eppure tutto sembra così immobile. Muto.
Mi preoccupano in parte i silenti amministratori che ora governano la nostra città. Loro di solito liquidano le cose con una bella frase ad effetto in una conferenza stampa. Oppure scrivono un comunicato stampa, o lo fanno scrivere. Quelli che abbiamo letto così tante volte imbastiti della peggiore retorica. Un immobilismo che si qualifica attorno all'idea che basta montare telecamere ovunque per stare tranquilli nella nostra città. Una specie di Grande Fratello prodotto Mediaset ma senza spettatori a casa e protagonisti in tv: siamo tutti protagonisti e spettatori. "Il grande occhio, così, potrà sorvegliarvi tutti" - dicono loro e intendono realmente farlo. Lo pensano. Pensano che una città di "controllati" sia più sicura. Io rettificherei: in una città di controllati LORO sono più sicuri. Sono più sicuri perchè nella loro mente si coltiva inestirpabile l'idea che le soluzioni ai problemi si trovano rapidamente. Ci vuole l'azione e stop. Senza mai andare a fondo.
Loro, gli amministratori del' "azione e del cambiare, cambia, cambiamo" pensano realmente che tutto si risolva in realtà con poco. Con il pugno di forza. Come un colpo che esplode rapidamente ed è capace di abbattere il "nemico". E' così. Lo so io e lo sapete voi tutti.
Ma qual'è il nemico? Domanda complessa. Di solito ci riflettono su un po' e poi parte anche qui la retorica da "eroi del West": il nemico è il malaffare, la malavita, i violenti, ecc.
Ogni tanto, anzi molto spesso, anche noi del centro sinistra ci facciamo risucchiare in questa logica: servono i fatti. Solo i fatti.
No, dico io. Serve un'analisi profonda prima su cui fondare i fatti. Se non siamo capaci di andare a fondo nelle cose difficilmente troveremo risoluzioni durevoli.
E' venuto il momento di guardare al futuro della nostra città. Non è possibile più accontentarsi.
La violenza trova terreno fertile dove vige e vince l'ignoranza. Non parlo della gara "a chi più sa".
Dobbiamo iniziare a capire che esiste una profonda differenza fra il "sapere le cose" e "l'averle capite potendole applicare correttamente".
Se non vorremo più leggere notizie come quella che oggi leggiamo su un nostro giornale online (http://www.andrialive.it/news/Cronaca/167244/news.aspx#main=articolo), se desideriamo realmente fare qualcosa di utile per la nostra città e la nostra comunità dobbiamo innanzitutto pensare al futuro e capire che ad Andria esiste una reale emergenza culturale che attraversa il senso civico di ogni cittadino e cittadina. Quello di tutti noi.
La violenza è generata dall'ignoranza, dalla solitudine e dall'ingiustizia sociale.
Allora, è chiaro a tutti noi, che le risposte non possono essere "militari e telecamere".
Occorre provare a costruire un'altra idea di città fondata sulla cultura della cultura, lasciatemi passare il gioco di parola.
In una società ormai affogata nell'individualismo violento, nell'idea di eterna competizione, nell'idea di bellezza espressa solo come apparenza e mai essenza, nell'avere e nel denaro, noi dobbiamo provare insieme a mettere in campo un'altra idea di società e di comunità.
Alcuni chiederanno: quale?
Bisogna costruirla insieme, altrimenti che comunità saremmo?
Vito Ballarino