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venerdì 26 agosto 2011

Quando la Cultura si fa motore del progresso

Giorni Terribili - Incontri sulla Shoah. Il titolo attira l’attenzione. Un titolo duro, crudo ma efficace; una scelta che palesa la voglia di affrontare in profondità e con analitico spirito intellettuale il tema dell'Olocausto, evitando di sconfinare solo nella "ricorrenza" e trasudando il bisogno di ergere la cultura a unico mezzo per l'emancipazione e la civilizzazione di tutti gli uomini.
La Regione Puglia - Assessorato alla Cultura -, ancora una volta, sceglie la strada dell'educazione che passa solo per una diffusione sociale della cultura. Che parte, riparte, si fortifica e fiorisce nelle scuole depredate, oggi più che mai, da una idea di politica sottoposta alle leggi del "mercato-precario" in cui conta certamente sempre più l'avere e non l'essere.
Perciò, il Mese della Memoria, prende il nome di Giorni Terribili - Incontri sulla Shoah in questa edizione 2011. Oltre 30 eventi coordinati dal Presidio del Libro, che vedranno l'intervento di noti attori e di alcuni sopravvissuti ai fatti della Shoah. Ancor più importante il radicamento fra cultura ed educazione rinvigorito dal contatto pregnante che il Mese della Memoria vuole mantenere con l'istituzione cardine per lo sviluppo della civiltà e della tolleranza: la scuola.
Ineludibile e chiara, è la volontà della Regione Puglia e degli Assessorati al Mediterraneo e all'Istruzione di creare sinergie e costruire una fitta rete di collegamenti in tutto il territorio pugliese.
Partiamo da questo esempio. In Italia esiste un bisogno vitale di istituire un "Secolo della Memoria". Non per la Shoah; non solo. Un Secolo della Memoria per ricordare quanto la cultura sia l'elemento fondamentale per la costruzione di una modernità che non sia solo lo spauracchio teso a occultare ingiustizie, diritti negati e una regressione quasi medioevale.
Ma partiamo dal principio. Cosa è la cultura? Le parole sono importanti. Per parlare di cultura dovremmo iniziare partendo da una netta distinzione fra le due parole che rappresentano il "corpo del reato": cultura e intrattenimento. Da vocabolario la parola ‘cultura’ sta a indicare il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo. Culturale è tutto ciò che riguarda l'apprendimento e approfondimento di attività o rapporti sul piano spirituale e la diffusione delle relative acquisizioni. Quindi la cultura è ciò che è capace di prenderci per mano e portarci da un dato punto A ad un punto B che è sempre migliore rispetto ad A.
Come decidiamo cosa è migliore da cosa non lo è? Per rispondere ci vengono in aiuto gli illustri pensatori dell'Illuminismo, che definiscono il termine progresso come "la capacità di passare da una condizione di inferiorità ad una condizione di superiorità, senza che altri ne patiscano" (citando il giornalista e scrittore Michele Palumbo). Il progresso è il bene comune godibile da tutti, tutelato da tutti e che permette l'emancipazione di tutti noi. Un bene comune, appunto.
Come si opera per raggiungere il progresso comune? Attraverso la forza della ragione che analizza tutto. Anche se stessa.
Ecco il potere della cultura: produrre una riflessione accurata attraverso la ragione per costruire il progresso, cioè il bene comune di tutti noi.
Cos'è invece l'intrattenimento? La parola ‘intrattenimento’, indica una serie di motivi gradevoli offerti come passatempo. Un modo per occupare i tempi "morti" della nostra vita senza alcuna pretesa e senza alcuna tensione al progresso. L'intrattenimento non vuole generare altro che piacere attraverso stasi, atarassia e relax.
Bisognerebbe tenere ben impressa questa distinzione quando, sopratutto in politica, si confonde la cultura con l'intrattenimento e viceversa. Sopratutto quando, in una direzione si investe e nell'altra si disinveste.
La cultura è la possibilità per l'intera comunità non di auto-conservarsi, ma di rinnovarsi progredendo giorno per giorno. E qual è il miglior mezzo per produrre e diffondere cultura? L'educazione. L'educazione che deve essere il "megafono" per la diffusione della cultura e quindi, certamente, non può relegarsi ad essere un meccanismo di riproduzione e conservazione della sola eredità culturale (per dirla con le parole del sociologo Bourdieu).
Nell'istituzione scolastica è fondamentale investire non per preservare i baronati, ma perché essa è il primo modo per sovvertirli producendo progresso che, ripetiamo, è benessere comune.
Ecco dove sta la contraddizione di alcune scelte, ad esempio, del governo.
Quindi cultura e educazione.
Ovviamente la politica non può sganciarsi da responsabilità e dal dovere di programmare la direzione di crescita di una comunità, sia essa un Comune, una Regione, una Nazione o altro.
La politica, certamente non può puntare solo al soddisfacimento dei bisogni del mercato. La politica non è nata per questo. Abbiamo impiegato secoli per costruire gli Stati e le Nazioni come comunità ed ora, certamente, non possiamo permettere che divengano vuote cassapanche rinunciatarie del loro compito primario solo per divenire traduzione dell'economia che è vincolata al mercato globale.
Per questi motivi è fondamentale ciò che la Regione Puglia sta facendo, investendo massicce risorse in cultura e istruzione. Certamente, immaginare di raccoglierne i frutti in pochi anni è impensabile. Non si tratta di costruire magie ad opera di prestigiatori bensì di programmare lo sviluppo e il progresso di una comunità tenendo ben saldo l'orizzonte.
Eventi come il Mese della Memoria rappresentano questo, e forse altri dovrebbero prendere spunto da simili scelte coraggiose e intraprendenti. "Con la cultura non si mangia" dirà qualcuno. Dovremmo rispondere che la storia ci ha indicato quanto l'Italia non abbia solo "mangiato" con la cultura e con l'arte. Ma è divenuta il vessillo del progresso e dell'emancipazione; simbolo della possibilità di costruire il progresso inteso come bene comune.
Con la cultura possiamo alimentare il futuro della nostra economia, delle nostre comunità e di noi stessi, tendendo al raggiungimento della felicità che è sempre giusta se diffusa e profusa a tutti.

VITO BALLARINO
Sabato 22 Gennaio 2011

sabato 6 agosto 2011

10 domande all'amministrazione: fra sicurezza e senso civico

Dopo qualche tempo, ho ripescato alcune domande rivolte all'amministrazione comunale della mia città.
Ad oggi nessuna risposta è pervenuta in merito ai quesiti posti, nonostante non vi sia nulla di offensivo ne tantomeno complesso in ciò che viene chiesto al Sindaco Giorgino e ai suoi Assessori.
Confido in una risposta che, prima o poi, giunga all'attenzione di tutti i cittadini della città di Andria.

Vito Ballarino

Qui il testo e le domande.

"Al Sindaco e Assessori.
Noi, cittadini di Andria, siamo sempre più indignati riguardo la sicurezza della nostra città, tema che è stato oggetto di tante promesse false di qualsiasi schieramento politico ma non è mai stato affrontato in maniera efficace.
Vi chiediamo di rispondere ad ognuna di queste 10 domande raccolte in rete.

1) Oggi, 19 luglio 2011, è il 19° anniversario dell’uccisione di Paolo Borsellino ma in città non è stato organizzato niente per commemorare l’evento. La pubblica amministrazione non avrebbe il dovere di sensibilizzare la propria cittadinanza su temi come quello che ricorre oggi?
2) Caro Sindaco e Assessori, cosa è la mafia? Secondo voi ad Andria esiste la mafia? Sarebbe interessante conoscere il vostro punto di vista.
3) Parliamo spesso di sicurezza e illegalità. L’illegalità è un micro problema che si risolve esclusivamente aumentando il numero di agenti in città e inserendo videosorveglianza o è anche un problema culturale e sociale di una comunità? Come pensa l’amministrazione di agire a livello culturale? Mettendo in campo quali progetti concreti?
4) Di recente avete osannato «il partito degli onesti», che poi onesti non lo sono per niente dato che sono invischiati in scandali, logge massoniche e giri di tangenti. È questo il vostro esempio di legalità? Non pensate che sarebbe meglio prendere le distanze da certi «onesti»?
5) Ci sono quartieri di periferia che non hanno mai visto una volante o un vigile in azione. Come mai?
6) Perché quando i cittadini chiamano il 113 gli viene risposto di riprovare più tardi o rivolgersi ai vigili del fuoco?
7) Ogni giorno aumentano le dichiarazioni di persone che osservano in città i vigili che non intervengono quando davanti ai loro occhi si viola la legge o semplicemente il codice della strada. Per non parlare di quando vengono beccati in pizzeria o a chiacchierare per strada con tanto di divisa. È questo che intendete per “sicurezza”?
8) Perché la zona della città in cui vi è lo studio legale del sindaco, che tra l’altro non abita nemmeno ad Andria, è controllata tutto il giorno dalle forze dell’ordine mentre nei quartieri più a rischio non c’è traccia di uomini in divisa?
9) Quando i cittadini hanno paura di uscire di casa di chi è la colpa? Di chi delinque o di chi ha il potere per rimediare ma non muove un dito?
10) Siete consapevoli del fatto che a causa della poca sicurezza la città si svuota dei suoi abitanti, soprattutto dei giovani?

Aspettando le vostre risposte e che finalmente si faccia qualcosa per migliorare la situazione e non per guadagnare consenso elettorale.

[Nome, Cognome] "




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